Come eravamo
Rassegna di testi e immagini d' epoca del paese, della sua gente e delle sue attività.
Dalla fine del 1800 si ha a disposizione un nuovo tipo di documento storico: le fotografie.
Tuttavia le fotografie venivano scattate solo in occasioni particolari.
Verso il 1905, le migrazioni verso l'America coinvolsero anche il nostro paese. Si partiva con una valigia piena di speranze. Si era artigiani o contadini e ci si adattava, all' inizio ai lavori umili e saltuari.
Intanto in Italia era scoppiata la prima guerra mondiale, del 1915-18 e sono stati molti i concittadini di Passerano che sono dovuti partire per il fronte. Chi ha avuto la fortuna di ritornare a casa, si è sposato subito dopo, con nessuna risorsa, tranne la forza delle braccia per lavorare la terra.
Le mucche erano i "trattori" di allora, alcune cascine le possedevano, altre, che non potevano permettersele, le affittavano da chi lo faceva per mestiere.
Le mucche conoscevano talmente bene la strada di casa che c'era anche chi, per brevi tratti di strada, le lasciava andare da sole. Tutte le colline erano coltivate, vigna, aspargere, frutteti, grano, orzo e mais.
La vita era dura ma c'era anche qualche festa.
L' abito della festa, si indossava solo in poche occasioni come i matrimoni. Il matrimonio era la festa per eccellenza, il cortile si riempiva di parenti e amici, il pranzo si preparava in casa e la festa andava avanti anche più giorni, brindando col freisa e la malvasia prodotte a Passerano.
E dopo il matrimonio venivano i bambini.
I bambini erano allevati da tutta la famiglia, e da tutta la cascina; pur essendo abituati ai lavori nei campi, andavano anche a scuola. La cartella era di stoffa, la fodera dei libri era fatta con la carta spessa del pacchetto dello zucchero.
La penna aveva il pennino, si doveva fare attenzione ad intingerlo nell'inchiostro per non fare le macchie sul quaderno, si rispettava la maestra, si stava seduti composti e in silenzio.
Alla sera, d'inverno, si andava nelle stalle "a viè", al tepore dalle mucche; le donne parlavano, cucivano, rammendavano, ricamavano e facevano la maglia, gli uomini parlavano dei campi e delle sementi, i bambini giocavano. Quando i bambini iniziavano ad annoiarsi e a essere discoli, i nonni raccontavano storie di streghe e lupi che mordevano i bambini cattivi e, anche i più scalmanati, per un po' si calmavano. Ma i nonni e gli anziani del paese, non raccontavano solo le storie; insegnavano ai bambini ciò che i genitori non sempre avevano il tempo e la pazienza di insegnare, li portavano con loro a fare piccoli lavori come zappare l'erba o innestare una pianta e i bambini imparavano moltissimo dai nonni, che rispettavano e ai quali davano del Lei.
L' unica sera in cui i bambini uscivano, era la sera di Natale, per la messa di mezzanotte. Fino al 1930, era tradizione che i bambini trovassero i regali di Natale nel banco della chiesa. Li portava gesù Bambino e bisognava andare a messa per averli. Nei pacchetti trovavano delle pastiglie di menta, dei mandarini, una bambolina di stoffa, una tavoletta di cioccolato o qualche soldino. Anche i ragazzini partecipavano al lavoro dei campi e per loro i momento più bello era quando arrivava, nei vari cortili, la trebbiatrice del grano. Le famiglie si aiutavano tutte ed era uno spettacolo vedere i macchinisti che, indaffarati, scalzi e con il fazzoletto fin sotto gli occhi per ripararsi dalla polvere, sembravano dei briganti. Anche nei divertimenti dei ventenni del 1930-40 si sente l'influenza del mondo agricolo: alla fine dell'anno rubavano un carro a un personaggio del paese che, ignaro, lo ritrovava giorni dopo lontano dalla casa.
Le ragazze diciottenni del 1940 erano le vere protagoniste del ballo a palchetto. Si ballava fino a mezzanotte e, al lunedì pomeriggio della festa del paese, alla quarta domenica di ottobre, a Passerano c'era la gara di ballo. Purtroppo, nel 1940, scoppiò la seconda guerra mondiale ed era già tanto se i giovani riuscivano a ballare, raramente, in qualche cantina. Nel 1945 la guerra, con il suo seguito di lutti e disperazione terminò. A questo punto, molte coppie si sposarono, nascono i bambini e la gente ricomincia a sperare.
Franco Cerruti